UNA SANA OPPOSIZIONE, FINALMENTE!
Claudio Greppi
In questi giorni tutti si cimentano in ipotesi di maggioranza. Si contano i seggi in Camera e in Senato, si fanno calcoli di alleanze più o meno spurie. Ma la novità di queste elezioni è che potrebbe
essere nata una vera forza di opposizione: non ideologica ma pragmatica, che sembra volersi assumere il compito di confrontarsi con le mosse del potere e quando possibile bloccarle. Capace forse di esercitare il potere negativo che è stato evocato come base di un nuovo modo di azione popolare: "La sovranità dell'opinione o del giudizio pubblico si manifesta non solo per via di consenso ma anche per mezzo del dissenso e della critica e tiene insieme la società attraverso una dinamica ininterrotta di reazioni della società civile alle azioni del sistema rappresentativo controbilanciando con un potere negativo l'autorità formale delle istituzioni". Questa la citazione di Nadia Urbinati che avevo letto nella mia introduzione all'assemblea della Rete del 3 febbraio, e che è passata piuttosto inosservata.
Due ulteriori considerazioni:
- guardando indietro, ci si accorge che una vera opposizione non c'è più stata, in Italia, per lo meno dai tempi dell'unità nazionale di Berlinguer. I rapporti fra maggioranza e minoranza si sono fatti sempre più simili a quelli fra due alleati che di comune accordo si spartiscono la torta del potere. Questa la linea che da qualche anno molti identificano nella malefica figura di Massimo D'Alema, ma che non riguarda soltanto lui. La morale, come si sa, è che l'unica opposizione in questi anni è stata quella della magistratura, con tutto il pasticcio che ne deriva.
- Se la linea non è molto cambiata è anche perché l'interesse è reciproco: dove il potere sta a sinistra, nell'Italia di mezzo, alla destra non par vero di essere ammessa a partecipare alla gestione degli affari, vedi il caso MPS. La destra, in Toscana, rinuncia persino a fare campagna elettorale, perché le cose vanno bene così come sono. Nei contesti amministrativi, fino al livello comunale, maggioranza e minoranza sono molto spesso colluse nell'adesione subalterna al mondo degli affari.
E' vero che il risultato elettorale è un grande pasticcio e che al Senato la situazione è complessa: lì un modello "siciliano", con i 5stelle disponibili a sostenere le misure che corrispondono al proprio programma, non è praticabile. Un governo in qualche modo andrebbe votato: ma il coro che si è levato a favore di un'alleanza – più o meno stabile – fra centrosinistra e grillini io lo trovo piuttosto stonato. Verrebbe meno il ruolo di opposizione che il Movimento 5 stelle è chiamato a rappresentare, sarebbe un'altra forma di consociativismo, anche se spostata più avanti. Al Senato dovranno trovare un escamotage, per non perdere di vista il senso della consultazione elettorale: una maggioranza (risicata, ma pur sempre visibile) di centrosinistra e un'opposizione di 5 stelle, con la destra finalmente in angolo.
Alla Camera questi rapporti sono accentuati per via del porcello, e la situazione somiglia molto a quella che si potrebbe verificare in Toscana alle prossime amministrative. Ce la immaginiamo, una Toscana dove esistesse anche a livello istituzionale una vera e propria opposizione? Vorrebbe dire contestare tutte le peggiori scelte di governo del territorio, della Regione come dei singoli Comuni.
Vorrebbe dire incidere sulla realtà in modo molto più incisivo, superare il carattere effimero dei movimenti di protesta, che nascono e si esauriscono. Un corto circuito fra dentro e fuori, fra rappresentanze e comitati di cittadini: ecco la prospettiva di una partecipazione concreta per esercitare efficacemente il potere negativo.
Un'ultima cosa: qualcuno ha evocato Renzi, a proposito dell'insuccesso di Bersani e della difficoltà di formare un governo, Ah, se c'era Renzi! Ah, se Napolitano incaricasse Renzi! Ma la retorica della rottamazione non dice nulla sulle cose da fare. Renzi, lo conosciamo, vuol dire tunnel e stazione Foster, pista parallela, speculazioni urbanistiche varie: l'esatto opposto del programma del Movimento 5 stelle! Al quale, alla fino lo posso dire, ho dato il mio modesto voto.
Una riflessione sll'ottima analisi del sig. Greppi
RispondiEliminaCon queste convinzioni certo, un voto a 5S non lo avrei negato neanche io, e tutto sommato sono abbastanza contento che si sia usciti da quel fasullo bipolarismo pieno di compromessi e garanzia di riproduzione e di conservazione delle posizioni comode e privilgiate dei contendenti, per questo devo a Grillo un po di consolazione rispetto allo sconforto che mi ha provocato rivedere la destra di La Russa Cicchitto e compagnia dicendo con tutti gli indagati e dall'altra parte la banda dalemiana al gran completo con tutte le garanzie per le grandi
cooperative delle grandi dissanguanti opere e l'occupazione delle inutili dirigenze delle partecipate, la parte pubblica a pagare, coi
nostri soldi, e quella privata ad ingrassare i portafogli facendoli emigrare verso i paradisi fiscali.
Rimane la paura, l'ansia di capire chi siano i rappresentanti di questa sconosciuta, almeno per me, opposizione e se sarà in grado di
tenere testa lucidamente alle manfrine dei vecchi volponi?
E poi rimane un altro grosso dubbio, sarebbe necessario fin da ora una gestione attenta e intelligente all'altezza per contrastare e far
valere le nostre ragioni, parlo dell'Italia a livello nazionale, ma soprattutto internazionale.
Come sarà possibile tutto d'un tratto che il pd, come il pdl, del resto, possano diventare capaci di trovare soluzioni intelligenti ed
efficaci se non ci sono riusciti finora?
M5S sa essere critico assennatamente, spero che riesca anche ad indicare e proporre buone idee.
Glielo auguro e lo auguro a tutti noi.
Giovanni S